Casi umani, forse sovrumani
Torno a scrivere, a distanza di
un anno o meno, sul funzionario ignoto al grande pubblico sino a poco tempo fa,
però famoso per chi conosce i boiardi
di Stato, non per patologica coazione a ripetere da manuale di psichiatria, ma
solo per atto di vanità: sentirmi dire che avevo ragione.
Parlo di Antonio Mastrapasqua
presidente INPS, anzi ex. Ha dato infatti le dimissioni dopo che i media di
regime, di solito omertosi sugli affari degli “amici degli amici”, hanno
rivelato il numero di incarichi del grand
commis e della di lui signora (in totale 45 poltrone, se il conto è
esatto). 25 occupate dal poliedrico dirigente, una ventina dalla moglie, che
con civetteria femminile si era riservata del tempo da dedicare al tè delle 5 o
ad un giro di ramino con le amiche: si può darle torto? Non siamo macchine! Offeso
dal cancan giornalistico, il nostro
ha rassegnato l’incarico nelle mani del competente ministro. “Scelta saggia”, sensibilità
istituzionale apprezzata anche da Enrico Letta, che con slancio di fantasia ‘ngiuriano presidente del consiglio.
Ora, un uomo di tale capacità
manageriale è caso da affrontare con approccio scientifico, col metodo
galileiano, per replicarne, ove possibile, l’efficienza nell’intera burocrazia.
Potrebbe trattarsi di vero amore per il lavoro, supportato da stato di salute
psicofisica eccezionale, da recordman
del multitasking, per usare una
sciatta ingleseria alla moda. Oppure, più prosaicamente, il nostro potrebbe
aver piazzato, su ognuna delle 24 poltrone “minori”, una protesi artificiale
sederiforme in lattice, prodotto delle officine INAIL, fedele riproduzione
delle proprie nobili terga: un po’ come le signore che ai concerti estivi
poggiano il ventaglio sulla sedia, per segnalare il posto occupato.
Se la scienza non viene in aiuto,
soccorre la fantascienza. Che si tratti di un novello supereroe
cinematografico, un emulo del mitico Agente Smith di Matrix autoreplicantesi all’infinito? L’ipotesi è affascinante,
ammettiamolo. Come scoprire sotto le modeste spoglie del grigio funzionario un
alieno dotato di mirabolanti poteri trasformistici.
Ragione e fantasia non danno
soluzioni al mistero. Abbandoniamoci allora, chi vuole, chi può, alla fede.
Perché, parliamoci chiaro, il Mastrapasqua
- nomen omen - che in più
occasioni si è addirittura prodigiosamente sdoppiato in creditore (come
direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma) e debitore di sé stesso (come
presidente dell’INPS) per rimborsi che hanno del sovrannaturale, ricorda molto
da vicino gli episodi di bilocazione di Padre Pio, che testimonianze vollero in
luoghi diversi nello stesso momento, anche a centinaia di chilometri di
distanza. Purtroppo del caso non si interessa ancora il Tribunale Ecclesiastico
per le Cause dei Santi ma la magistratura ordinaria. Non disperiamo e, come
dice qualcuno, per i miracoli ci stiamo attrezzando: col tempo pure S.Antonio
Mastrapasqua patrono dei pensionati avrà il suo giorno nel calendario
gregoriano.
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