Mangia come parli
Un certo Oscar Farinetti da
Cuneo, fondatore del marchio alimentare Eataly,
dice che del Sud dovremmo fare “un unico Sharm El Sheik dove tutto il mondo va
in vacanza”. Passano alcuni giorni e gli fa eco un altro, poco noto, gigante
del pensiero culinar-padano, il signor Andrej Godina da Trieste. “Il caffè di
Napoli è rancido”, afferma costui. Valutate le attenuanti generiche (che, nella
repubblica delle banane, consentono ad un qualsiasi emerito didimo nordista di ventilare
il cavo orale sparando in libertà bu…ffonate sesquipedali sul Meridione), non
resterebbe che rispondere alla maniera di Eduardo “sindaco del Rione Sanità”,
con una solenne, fragorosa pernacchia.
Purtroppo succede che “l’Italia
in miniatura” odierna coccola e privilegia l’ultimo bastione di economia
autarchica ancora per minima percentuale in mano settentrionale. Svenduto agli
stranieri tutto il vendibile, azzerati i circenses,
rimane il panem. Che ovviamente non
può che essere buono, genuino e non inquinato solo se prodotto a nord del
Garigliano: si spiegano così gli attacchi mediatici alla mozzarella ed al
pomodoro campani, quelli agli ulivi ed all’olio di Puglia, le campagne di
stampa sui nostri pastifici ed in generale contro la filiera alimentare meridionale.
Nella vicina Martano, il mese di
ottobre è quello della “Sagra della volìa cazzata”, una gustosa specialità salentina.
Ecco, immagino una joint venture di
successo: noi forniamo le nostre magnifiche volìe,
le cazzate ce le spediscono dal nord.
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