Orate
et votate fratres
“Venga
Padre, si accomodi”. Il prete entra e benedice casa e famiglia con
l'aspersione d'acqua benedetta e la formula di rito. Preghiera,
invocazioni e segno della croce concludono la breve, intima
cerimonia.
Al
momento del commiato, il sacerdote estrae dalla tasca della tonaca il
santino e lo porge ai padroni di casa. Marito e moglie si guardano
perplessi. “Fratelli, se non avete impegni...”
Il
cartoncino affidato alle mani dell'incredula coppia non è l'immagine
della Madonna né quella del Santo Patrono, e neppure dell'estasi
mistica di Teresa d'Avila. Niente di tutto questo, trattasi di
“santino” elettorale. L'aiuto delle gerarchie angeliche -
serafini, cherubini, troni e dominazioni, e la moltitudine dei cori
celesti all'uopo coalizzati - porterà all'elezione del candidato
“unto del Signore”.
In
tempo di consultazioni regionali, il pretino improvvisatosi
agit-prop, avrà
imparato a non scherzare coi politicanti, mentre tenta di praticare
coi santi? Oppure ancora una volta, come anni fa, dovrà incassare il
pittoresco invito della pasionaria locale a lasciare a Cesare
quel che è di Cesare?