Osteria
del cimitero
“E lei cosa fa qui?”
“Mi scusi, sa, sono nuovo
del posto… da vivo ci sono venuto ogni tanto a trovare i miei…”
“Chi l’ha autorizzata a
defungere? Non ha letto il divieto all’ingresso?”
“Veramente no, il
Principale mi ha chiamato senza avvertire: sto aspettando nella sala mortuaria
da tre giorni… che dice l’avviso?”
“È scritto bello
chiaro, signore: qui si prega, ma non si preca ”
“Cioè…? La prego, si
spieghi”
“Proprio quello che ha
capito, caro il mio fresco-estinto: qui non si può inumare, è vietato tumulare,
non si…..preca, appunto! Ma non mi
faccia sprecare palore!”
“E mo’ ? Che faccio qui, nel frattempo?”
“Si goda l’eterno riposo,
se la prenda comoda. Ecco, magari suggerisca alla vedova inconsolabile i numeri
da giocare…”
“D’accordo, ma vorrei
trovare posto per il mio tavuto lì in
fondo, di fianco al cassettone della benettanima.
C’è molto da attendere?”
“E ce sapimu, comba’... Bisogna espletare un concorso da necroforo
ed aiuto-Caronte, ma adesso è tutto fermo, dopo le dimissioni”
“E va bene. Aspetterò,
non c’è altro da fare. Per caso, ce l’abbiamo qui un mazzo di napoletane? Per il
tressette col morto… ni sciucamu ‘na bara…
ehm, scusi volevo dire ‘na birra”
“Nah quistu, lu tressette! Cose dell’altro mondo…”
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