Una situazione liscia come l’odio
Afferma un amico che avremmo
delle domande da porci, ma la psicologia suina qui non c’entra: il senso ovvio dell’introduzione
è che ci poniamo degli interrogativi. Va da sé che i dubbi scaturiscano dalla
contemplazione – distaccata, rassegnata
ormai – della “tempestosa” vita amministrativa cittadina.
Prima domanda: può la (pur legittima)
ambizione di carriera di un/una esponente politico/a, condizionare unità e percorso
del suo partito, tanto da costringere alcuni a prenderne le distanze?
Seconda: è decoroso che le conseguenti
beghe interne di quel partito – meschinità, calcoli di basso profilo – siano di
intralcio persino al sin qui mediocre governo della cosa pubblica?
Terza ed ultima domanda da porci:
della situazione appena accennata, il Cittadino è vittima (essendo destinatario
di buona/cattiva amministrazione) o causa (in quanto elettore di buoni/cattivi politici),
o meglio riveste entrambi i ruoli?
Ebbene, come Tito Gigio Marzullo
(autore irpino di scuola romana del XXI sec. d.C.), quel Cittadino, "Si faccia una domanda e si dia una risposta"