Dice
che…
Dice
che tra
Galatina e Noha l’acronimo sia Partito Diviso (Sindaco per sindaco e prodotto fratto
due). Urgono carrozzini, per il trasporto al fronte delle poche truppe rimaste
con sommo sprezzo del ridicolo.
Dice
che il
Listone cominci a dubitare dell’ineluttabile/gloriosa/certissima vittoria. Anche
stavolta si vince la prossima volta, nonostante il fitto, palese sostegno dei
pezzi da 90.
Dice
che
una strana coppia (Suor Pasqualina delle Umili Devote Consorelle a braccetto
con fra’ Giuseppe del Sol dell’Avvenire) bussi di porta in porta alla ricerca
di voti, promettendo posti di lavoro e pensioni. Non è voto di scambio, chiamasi
scambio di vuoti (a perdere).
Dice
che,
pur in questo cimitero degli ideali, il corpo elettorale abbia trovato un amante.
Che vorrebbe persino andare oltre: prevedo bomboniere e confetti l’11 giugno.
Infine dice che, in assenza di quello ordinario,
umma umma il Podestà straordinario abbia
approvato il foedus sceleris che le passate
amministrazioni si vergognavano di firmare alla luce del sole. E mo’ sono cascioni nostri.
“A proposito di
politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?” (Gli onorevoli, 1963, regia di
Sergio Corbucci). Un omaggio a Totò, scomparso 50 anni fa. Lui sì che aveva
capito tutto.
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