Affacciati
alla finestra, assessore mio
“Fenesta vascia”,
“Fenesta ca lucive”. Classici della melodia napoletana, fuori moda ai tempi
delle volgarissime cantanti americane? Niente affatto: esiste ancora – per la
nostra gioia - qualche romantico che mostra di apprezzare le atmosfere
crepuscolari, le intimistiche note amorose che una finestra accesa nell’ufficio
deserto, al buio della notte galatinese, suggerisce ad un core che non sia ‘ngrato.
Poi, come per intonare
una serenata scapricciatiella, ne diffonde
l’immagine toccante per monti e valli, palazzi e torri e sedili... già,
soprattutto sedili. Quanta grazia, qual leggiadra premura. Finalmente la
politica abbandona le asprezze della lotta pre- e post-elettorale, e si fa tenero
sentimento.
E noi, inebriati da
questi effluvi di dolcezza, rischiamo il diabete.
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