Il
Bel Paese
Nel suo lavoro “Teologia
politica” (1922), Carl Schmitt teorizzava che “Sovrano è chi decide sullo stato
di eccezione”. Intendeva spiegare che, in situazioni sociali e politiche di
particolare gravità, il capo di Stato o di governo detiene il potere di limitare
o sospendere il rispetto delle leggi scritte e dei diritti individuali e
collettivi, allo scopo di superare la crisi. Un’interpretazione estensiva ed
arbitraria di questa teoria, e le suggestioni del deus ex machina, il
capo carismatico descritto da Max Weber, che in Italia chiamarono “uomo della
Provvidenza”, hanno portato alla tragedia delle dittature europee della prima
metà del secolo scorso.
Lo stato permanente
d’eccezione (recessione, disoccupazione e povertà crescenti, crisi
istituzionale) instaurato dopo l’azzeramento politico susseguente a Mani
pulite, è all’origine di una serie di governi privi dell’autorevolezza certificata
dal suffragio popolare, quindi delegittimati, ma retti dalla precaria fiducia
di maggioranze raccogliticce che di volta in volta si coagulano ed evaporano in
aula secondo convenienza, col solo obiettivo della conservazione delle poltrone
parlamentari e dei relativi privilegi. Chi avrebbe il potere ma, a questo
punto, soprattutto il dovere istituzionale di sciogliere le Camere e rimettere
al giudizio del sedicente Popolo sovrano la soluzione dell’impasse, al
contrario sospende il diritto garantito dall’art. 48 della tanto venerata (a
parole) Costituzione della Repubblica.
Tace il Popolo sovrano,
impegnato in questioni di maggiore gravità: Sanremo e lotta scudetto.
Nessun commento:
Posta un commento