Festeggiare
e prevenire
Sono piuttosto indifferente ad alcune
ricorrenze laiche perché le ritengo consuetudini consumistiche, alle quali ci si
può adattare svogliatamente soltanto per inerzia e conformismo. Non l’8 marzo.
È mia opinione che l’appuntamento con i rametti di mimosa e le galanterie
maschili dovrebbe rinnovarsi e, pur mantenendo l’aspetto ludico e spensierato,
riportare l’attenzione (mai inutile in questo ambito) non solo alle troppe
violenze, ma anche al riguardo forse eccessivo verso gli autori dei crimini
sulle donne, che è oltraggio alle vittime ed ai loro familiari.
L’8 marzo può diventare l’occasione per
ripensare, finalmente ed in maniera compiuta, ad un sistema di prevenzione che
possa limitare al massimo la libertà di movimento per i soggetti ritenuti
capaci di esercitare violenza.
Il diritto fondamentale del genere femminile
alla sicurezza, dato per acquisito, mostra la sua precarietà nel momento in cui
è necessario celebrarlo con una festa.
Nessun commento:
Posta un commento