sabato 13 marzo 2021

Il Galatino anno LIV n° 5 del 12 marzo 2021

 

Il cuore è uno Zinga, e va

   Dice il noto cantante di voler trovare “un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha”. Non si può dargli torto.

   Fondato un secolo fa a Livorno, un Partito si prefiggeva di difendere le classi subalterne, favorire l’emancipazione economica e culturale del proletariato e combattere lo sfruttamento dei lavoratori. L’eredità di quegli ideali è andata ad un movimento che in tempi recenti ha cambiato “ragione sociale” più volte, ed ogni volta allontanandosi maggiormente dal suo “oggetto sociale”, fino a rendersi paladino degli appetiti del grande capitale nelle sue multiformi incarnazioni nazionali e sovranazionali. Con altrettanta disinvoltura quel partito ha acclamato e deposto segretari, immolati sull’altare dell’interesse e della carriera di singoli e gruppi di scalatori del potere, tanto famelici quanto mediocri. È atteggiamento elegante e generoso non indagare su cosa rimanga degli ideali originari, diritto invece di chi ha sempre trovato il senso della propria militanza in quell’area politica. Chi non vi si riconosce, osservi in rispettoso silenzio un epilogo comunque traumatico, che priva di voce una parte di elettorato.

   Sarebbe cronaca, ma diventa teatro, commedia dell’arte, nel momento in cui le “Sardine” occupano la sede del partito e un comico sedicente “elevato” (e già fondatore di un movimento stellare in crisi di identità) si propone come segretario. La situazione politica in Italia è grave ma non è seria, avrebbe commentato Flaiano.

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