sabato 6 novembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 18 del 5 novembre 2021

 

Sulla violenza

   La violenza assume infinite forme. Può essere verbale, in prospettiva dannosa quasi quanto la coercizione fisica, per il modello negativo inculcato nelle menti meno allenate al ragionamento selettivo. Violenza omissiva: a parere di chi scrive come quella impiegata, per dirne una, dallo Stato che dirotta i fondi destinati per legge europea ad una parte del Paese trascurata ab initio ad altra zona, beneficiaria da sempre di maggiori attenzioni (leggasi fondi, capitoli di spesa, stanziamenti, elargizioni).

   C’è la violenza di genere, quella causata da motivi razziali, la violenza politica. È in ogni caso una manifestazione di disadattamento e di incapacità relazionale, di disagio, oltre che, come narrato, di scarsa attitudine alla riflessione ed al confronto dialettico.

   Una cosa è necessario dire con franchezza. Il becero applauso di scherno alla bocciatura di una legge sulle discriminazioni, ma anche il richiamo (si direbbe un riflesso pavloviano) ad ideologie morte e sepolte dalla storia, attribuite strumentalmente agli avversari nel tentativo di esorcizzare, o peggio negare, il valore democratico della voce di milioni di voti, sono la rappresentazione plastica della perdita di autorevolezza che il personale politico manifesta ai cittadini. Di conseguenza non deve meravigliare che uno spirito poco attrezzato, forse inconsapevole della miseria del suo gesto, si sia accanito (maldestramente, a giudicare dai simboli utilizzati) contro la sede locale del sindacato, istituzione più prossima alle classi non garantite. All’azione stessa che definisce e circoscrive il livello del suo autore, non va attribuita eccessiva importanza; ma è indice del decadimento degli esempi che vengono dall’alto.

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