“Quelli
con la fune”
C’è stato un lungo periodo storico, precedente
l’Unità d’Italia, in cui Napoli era terza capitale europea per importanza
economica e popolazione, dietro Londra e Parigi.
Convenivano a Napoli da ogni parte del
Regno, Citra ed Ultra Pharum, ossia dalle regioni
continentali e dalla Sicilia, per lavoro, per commercio, in pellegrinaggio. Era
spesso povera gente di paese in città per la prima volta, stordita dalla vita
brulicante dei vicoli e dei palazzi partenopei. Alcuni gruppi avevano una
singolare abitudine: per non perdersi nella folla anonima, si appigliavano ad
una robusta corda formando un curioso “serpentone”. I cittadini li chiamavano “chell
c’a fune”, “quelli con la fune”. Dicono che la parola “cafone” sia nata
così.
Oggi i cafoni non intasano vie e piazze.
Ospiti in TV e collegati tra loro da una fune virtuale, vanno a far rumorosa “lezione”
su argomenti che non conoscono dalle improvvisate cattedre dei talk show.
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