domenica 30 giugno 2024

Il Galatino anno LVII n° 12 del 28 giugno 2024

 

Alla prova dei fatti

   C’è stato un periodo della nostra storia in cui la politica praticata e vissuta ha avuto un ruolo importante nella società italiana, tanto pervasivo da imporre regole di comportamento nelle amicizie e persino nei rapporti familiari. Chi ha i capelli bianchi non dimentica, solo per portare un esempio, le sedute di autocoscienza in cui anche le dinamiche coniugali subivano un processo pubblico nei “collettivi”. Ricordo un episodio dei tempi del ginnasio (allora si chiamava così il biennio iniziale del liceo classico): un compagno di classe, dichiaratamente apolitico, venne abilmente indottrinato ed arruolato in una formazione giovanile di destra nel breve volgere di due o tre “giri di villa”. Salvo poi riacquistare autonomia di pensiero con lo spuntare dei denti del giudizio, pochissimi anni dopo.

   Questa favoletta morale, per ribadire il vecchio adagio che vorrebbe che si nasca rivoluzionari per morire conservatori. Si può irretire un ingenuo, deluso uditorio di elettori mostrandosi estremisti antieuropei, anti-NATO e sovranisti monetari, e conquistare in questo modo la maggioranza parlamentare. Ma il debutto al potere sui tappeti del Quirinale e delle sedi internazionali impone passi felpati (nonostante il tacco 12, che slancia un po’ la figura), misura nelle parole e negli atteggiamenti, atti di governo che abbiano ricadute positive. Il giudizio su un leader non risente dello sfarzo di un summit e dei suoi pranzi di gala, ma dall’andamento dei dati economici e dal prestigio internazionale di cui si gode. La storia, ancora magistra vitae, mostra che una politica a “conduzione familiare” (sorella, cognato, amici e collaboratori domestici) non ha mai portato lontano.

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