Ho riletto, per mia scienza, l’articolo V della Costituzione: riguarda la tutela delle autonomie locali ed il decentramento. Se mal intesa, la lezione di diritto costituzionale porta dritta all’ “articolo quinto” di rito galatinese: una leggina non ufficiale, ma di applicazione puntigliosa, che consente di spartirsi i posti giusti nella pubblica amministrazione piazzando parenti ed amici.
Siamo fuori dalla competenza delle “autonomie locali”, è evidente, per addentrarci nel malcostume, agli antipodi dello spirito dei padri costituenti; comunque emuli del Marchese del Grillo che sbertuccia: “Io sò io, e voi nun siete un c….”, col Popolo Galatinese al posto dei malcapitati borgatari.
Lasciamo i minima immoralia: le liturgie pasquali invitano all’introspezione ed alla purificazione. Cerchiamo un insegnamento, quello che si possa desumere interpretando la tradizione da laici credenti, e vogliamo leggerci la certezza della resurrezione del nostro Sud, perché 150 anni di passione sono troppi. Il riscatto inizia dal ristabilimento della verità storica, l’esatto contrario di quanto insegnato ancora oggi dai manuali scolastici e propalato come Vangelo in questi giorni di celebrazioni. La verità si accompagna alla conoscenza e fa rima con libertà. Mistificare o nascondere un vergognoso passato, tentar di confondere con argomentazioni capziose, raggirare la gente con questo federalismo a senso unico nordista: l'opposto della verità e della libertà. Ma l’inganno non può durare per sempre.
Qualcuno insegna: “Sia il vostro parlare si, si, no, no; il di più viene dal Maligno” (Matteo 5, 37). Mi pare di vederne un buon numero, pur noti frequentatori/frequentatrici di sacrestie e confraternite per bigottismo, che abbiano dimenticato l’ammonimento, a Roma come a Galatina.
Buona Pasqua ai nostri cari Amici ed a Lei caro Professore
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