domenica 21 ottobre 2012

Galatina.it 20 ottobre 2012


Carissimi Nico Mauro e Prof. Valente,
questa maschera ha esordito su Galatina.it nel 2009, con l’intento esplicito di dibattere i nostri problemi in modo giocoso e divertente. Nel frattempo si sono avvicendate ben tre amministrazioni, le questioni locali son rimaste insolute o si sono aggravate, lo spirito pasquiniano è evaporato. Il processo che trasforma la statua che coltiva la nobile arte galatinese della cujona in un indagatore casalingo sui massimi sistemi, sfugge anche al sottoscritto. Giocano forse fattori personali: un lavoro usurante precario e mal pagato, ma anche la difficoltà crescente nel raccontare cose serie in modo canzonatorio; e per nulla il vecchio Pasquino vorrebbe essere un didimobante, la mitologica figura di colui che passeggia sulle altrui gonadi, perciò si defila. Lascia ad altri, dalle parti dei colli romani, l’ingrato incarico. Invece è stato facile, per esigenze di copione, indossare la maschera tragica che appare sulle colonne del quindicinale galatinese, ed indurre alla riflessione più che al sorriso. Questo perché, a parere di chi scrive, la stampa italiana ed in generale chi si occupa di informazione mancano clamorosamente il compito, civile e professionale, di denunciare la deriva autoritaria di questo Paese. “Si spengono le luci, tacciono le voci”, dice il Molleggiato, inquadrando il comportamento omissivo e complice dei media con preveggenza involontaria. Stanno succedendo fatti di tale evidente gravità che appare persino tautologico accennarne: o qualcuno pensa ancora che questa sia una democrazia? Ho troppa fiducia nell’intelligenza di tutti per crederlo.
Nessuno sgarbo da parte sua, Professore. Un pezzullo alquanto barboso è stato giustamente accantonato, non ricordo più quanto tempo fa. Non era adatto al carattere ed al pubblico di Galatina.it, quei 30.000 che quest’uno voleva rappresentare, con un po’ di presunzione.
Scusatemi ma non riesco più a divertirmi e, di conseguenza, a titillare come una volta gli spiriti con due righe di piacevole lettura, perciò evito di stritolarci ulteriormente gli attributi. È un compito che quei “tecnici” che l’usura ha partorito, ostetrica Re Giorgio, assolvono più che bene.
Vi abbraccio

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