Carissimi Nico Mauro e Prof. Valente,
questa maschera ha esordito su Galatina.it nel 2009, con
l’intento esplicito di dibattere i nostri problemi in modo giocoso e
divertente. Nel frattempo si sono avvicendate ben tre amministrazioni, le
questioni locali son rimaste insolute o si sono aggravate, lo spirito
pasquiniano è evaporato. Il processo che trasforma la statua che coltiva la
nobile arte galatinese della cujona in un indagatore casalingo sui massimi
sistemi, sfugge anche al sottoscritto. Giocano forse fattori personali: un
lavoro usurante precario e mal pagato, ma anche la difficoltà crescente nel raccontare
cose serie in modo canzonatorio; e per nulla il vecchio Pasquino vorrebbe
essere un didimobante, la mitologica figura di colui che passeggia sulle altrui
gonadi, perciò si defila. Lascia ad altri, dalle parti dei colli romani,
l’ingrato incarico. Invece è stato facile, per esigenze di copione, indossare la
maschera tragica che appare sulle colonne del quindicinale galatinese, ed
indurre alla riflessione più che al sorriso. Questo perché, a parere di chi
scrive, la stampa italiana ed in generale chi si occupa di informazione mancano
clamorosamente il compito, civile e professionale, di denunciare la deriva
autoritaria di questo Paese. “Si spengono le luci, tacciono le voci”, dice il
Molleggiato, inquadrando il comportamento omissivo e complice dei media con
preveggenza involontaria. Stanno succedendo fatti di tale evidente gravità che
appare persino tautologico accennarne: o qualcuno pensa ancora che questa sia
una democrazia? Ho troppa fiducia nell’intelligenza di tutti per crederlo.
Nessuno sgarbo da parte sua, Professore. Un pezzullo alquanto
barboso è stato giustamente accantonato, non ricordo più quanto tempo fa. Non
era adatto al carattere ed al pubblico di Galatina.it, quei 30.000 che
quest’uno voleva rappresentare, con un po’ di presunzione.
Scusatemi ma non riesco più a divertirmi e, di conseguenza, a
titillare come una volta gli spiriti con due righe di piacevole lettura, perciò
evito di stritolarci ulteriormente gli attributi. È un compito che quei
“tecnici” che l’usura ha partorito, ostetrica Re Giorgio, assolvono più che
bene.
Vi abbraccio
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