venerdì 14 marzo 2014

Il Galatino anno XLVII n° 5 del 14 Marzo 2014

Perché è un bravo ragazzo

Non vogliamo infierire anche noi, come fatto già da altri, sulla somiglianza tra il personaggio di Mr. Bean ed il nuovo presidente del consiglio. Sarebbe oltremodo ingrato per l’innocua, a volte ingenuamente divertente, maschera televisiva, moderno Candide voltairiano.
Nonostante la giovane età, il nostro caro emerge dalla selezione feroce di vecchia scuola democristiana, riveduta e corretta secondo l’attuale modus operandi della nomenklatura piddina: quindi un esponente che rappresenti tutte le varie correnti del partito. Dalemiani, bersaniani eccetera? No, gente: Montepaschiani, Unipoliani, JPMorganiani e così via. Una specie di amministratore delegato di società d’investimenti, insomma. Del resto, è alla Banca centrale europea ed alle banche d’affari che deve la sua nomina, “suggerita” all’Italia secondo le ormai ben note linee di comando.
Non si ammirano ministri se non nati cresciuti e pasciuti oltre il Garigliano, nello stile dei precedenti governi della repubblica bananiera. È sparita del tutto, ormai da lustri, la politicamente marginale parte di territorio e popolazione degli (inutili) elettori meridionali, con l’eccezione di un vicepremier-stampella e del suo manipolo di giannizzeri indispensabili alla tenuta parlamentare del governicchio. Il che conferma, se ancora ne avessimo bisogno, la validità del famoso detto urticante di Klemens von Metternich sull’Italia quale sola espressione geografica.
Certo, il nuovo premier è giovane ed ha la testa ed il viso del bravo ragazzo. Infatti, quando va in giro in Europa a presentare il cosiddetto programma di governo (prima di annunciarlo agli Italiani), lo guardano e dicono: “Guarda che testa di ragazzo!”. E ridono di gusto.


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