mercoledì 15 ottobre 2014

Il Galatino anno XLVII n° 16 del 17 Ottobre 2014

La seconda vita di Pippi cazzafittaru
travolto da un luminoso destino nell’azzurro Mare Nostrum d’agosto

Alla non più tenera età di 40 anni Giuseppe Gabriele*, operaio edile, rimase disoccupato. L’impresa in cui lavorava fallì su istanza di implacabili usurai, banche ed Iniquitalia; già da tempo il titolare aveva alienato i beni intestandoli a prestanome e richiesto la cassa integrazione per le sue maestranze. Così l’esperto intonacatore si era trovato dalla sera alla mattina nell’impossibilità di coniugare pranzo e cena per la famiglia e per sé. Senza sbocchi di lavoro se non occasionali e sottopagati, “Pippi cazzafittaru” (affettuosa ‘ngiuria tra amici e parenti) decise di inventarsi una nuova vita ed emigrò in Libia. Qui Giuseppe Gabriele divenne Youssuf Jibril el Katzafit, profugo siriano e musulmano osservante. Imbarcato senza documenti con altri cento su un peschereccio, traversò l’invitante Mare Nostrum e fu accolto a Lampedusa con tutte le cure del caso dagli addetti alla fiorente industria dell’immigrazione, laici e cattolici, civili e militari: in media 3 per ogni profugo. Nell’isoletta venne opportunamente indottrinato sui suoi diritti – sussidio giornaliero, sigarette, scheda telefonica per chiamare casa, “vitto alloggio lavatura e stiratura” – ma soprattutto gli vennero indicate chiaramente l’organizzazione religiosa e la parte politica cui avrebbe riservato eterna riconoscenza con pensieri, parole ed opere. Per sua maggior fortuna, diventò anche il toyboy di una matura esponente di primo piano della gauche caviar, che volle condividere con lui tetto e letto in nome dell’accoglienza politicamente corretta ed in virtù di una sua dote anatomica su cui preferiamo non indagare. In quei giorni “Pippi cazzafittaru”, al secolo Giuseppe Gabriele, alias Youssuf Jibril el Katzafit convertito ad Allah il Misericordioso, comprese che lui ed i suoi non avrebbero più avuto problemi di sussistenza.
E vissero tutti felici e contenti. Esclusi noi, meschini contribuenti, che rimasimo senza nienti.



* nome di fantasia

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