sabato 1 novembre 2014

Il Galatino anno XLVII n° 17 del 31 Ottobre 2014

In articulo mortis

Luogo e tempo dei fatti: periferia galatinese, abitazione di edilizia popolare, qualche settimana fa. Una famiglia sta preparando all’ultimo viaggio un’anziana congiunta, con la maggiore dignità possibile. Gli operatori del 118, secondo etica professionale, assistono psicologicamente i parenti, non potendo fare altro che rilevare strumentalmente gli ormai impercettibili segni di vita della moribonda. Uno dei familiari decide allora di assicurarle l’estremo Sacramento da cattolica osservante, e corre alla vicina parrocchia a chiamare il prete. Quel sabato pomeriggio il parroco è impegnato e lo indirizza al viceparroco. Anche questo è immerso in improrogabili attività, quali non è dato sapere: e lo rimanda al parroco con un ping-pong per nulla edificante. Il familiare, soffocando in gola poco religiose considerazioni inadatte alla sacrestia ed alla triste circostanza, si accomiata veloce dai due indaffaratissimi prelati, esprimendo l’intenzione di rivolgersi per il pietoso ufficio ai Testimoni di Geova, che hanno la loro Sala del Regno a pochi metri di distanza.

Piccolo, insignificante episodio il cui macabro umorismo ci introduce ad una questione attuale. Posto che la Chiesa Cattolica Apostolica Romana continua a perdere fedeli (non chiamiamoli clienti, pur avendo un certo “moderno” sentire religioso parentela stretta con tale concetto), sarà il caso – per le alte sfere ecclesiastiche – di chiedersi se i motivi dell’emorragia insistano nei richiami mondani della società, oppure nella poca disponibilità di alcuni in abito talare ad intercettare la voglia di sacro, di trascendenza, che la stessa società esprime. Quel “fumo di Satana” di cui parlava il Beato Paolo VI, dai palazzi vaticani non arrivi in periferia spinto da venti profani.

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