Parole poco pensate
Qui non parliamo dei
professionisti della carta stampata e dei media, salariati a libro
paga di politici e potentati economici che, dal prezzolato lavoro dei
primi, ricavano l'indispensabile consenso, reale o solo propagandato.
Vorremmo invece occuparci
del web, e degli infiniti motivi che inducono molti a scrivere
e sottoporre al giudizio altrui pensieri reconditi di piana banalità,
magnificati quali purissime gemme di saggezza. Sicuramente gioca un
ruolo la vanità intellettuale, l'infondata convinzione di aver
partorito qualcosa di inedito ed originale; forse concorre la
presunzione che idee personali abbiano logica e valore universali,
tali da indirizzare le opinioni di chi legge e diventare punti di
luce nel buio.
Tanti scrittori
dilettanti trovano terreno fertile nei social network. Frasi,
aforismi, battute salaci sbocconcellate qua e là nel mare magnum
internettiano, maldigerite e rigurgitate – con esiti esilaranti
quando lo scippatore di parole dimostri incerta padronanza di
sintassi e grammatica – caratterizzano un esercito di emuli di
Vincenzo Monti, “...poeta e cavaliero, gran traduttor de' traduttor
d'Omero”, vittima della definizione urticante che per lui coniò
Ugo Foscolo.
Altre volte alla “rete”
– improvvisato confessionale aperto al mondo – alcuni affidano le
intime paturnie esistenziali (o ne sperano la soluzione), nella pia
illusione che internet sia altro che la morta gora che ogni sospiro
inghiotte e dissolve.
Perciò dico che molti,
tra noi gente comune, hanno una voglia di visibilità insoddisfatta
destinata a rimanere tale: a smentita del quarto d'ora di celebrità
che, secondo la nota massima attribuita ad Andy Warhol, sarebbe
concesso ad ognuno, prima o poi. Il quivis de populo ha scarse
possibilità di emergere e far conoscere le proprie idee, per quanto
magari interessanti.
Oddio, la politica offre
a questa regola eccezioni squallide, roboanti nullità toscopadane.
Come tale Matteo che, sulle magnifiche e progressive sorti del paese,
spara a raffica castronerie su Twitter. Ma siamo nella stagione in
cui la neve è già sciolta.
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