Pensavo
fosse un DPCM invece era un monopattino
Alcune parole conoscono improvvisa fortuna e
diffusione; poi vanno in disuso, ed anzi pronunciarle o scriverle può rendere
una frase ridicolmente ricercata e fuori contesto. Negli ultimi anni il vocabolo
“resilienza” assurge agli onori delle pagine scritte o virtuali, poiché è
legato al concetto della capacità individuale e collettiva di fronteggiare eventi
avversi: predisposizione d’animo che l’epoca storica in cui viviamo richiede ad
ognuno di noi. L’etimologia riporta al verbo latino resilire,
“rimbalzare”, plastica descrizione di chi “torna indietro” conformando la
propria vita ad una primigenia naturalezza, in armonia col Creato. Resilienza è
lemma assonante a “resistenza”, voce che rende superflui commenti e
spiegazioni.
Resilienti e resistenti, ma non silenti. È
necessario esserlo, rivendicare la dignità di cittadini pensanti e non sudditi,
nei tempi in cui una classe politica non solo inadeguata ma addirittura pericolosa,
di fronte al disastro incombente, escogita assurde trovate e misure di demagogica
incoscienza. La Storia ricorderà un sedicente Governo che, al Popolo
disoccupato e senza futuro, regala monopattini elettrici. Per andare dove, e
fare cosa, non è dato sapere.
Buon, resiliente, Natale. Con l’augurio che
non sia un 2020 + 1.
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