E,
per finire in bellezza…
Un’azienda straniera è sbarcata anni fa in
Italia ed ha conquistato in poco tempo una quota importante nel settore della
telefonia mobile. La strategia commerciale di questo gestore è tanto semplice quanto
geniale: offrire servizi basici ed affidabili ad un costo fisso mensile,
economico ed invariabile; servizi che ora propone alle utenze domestiche. Tempestiva,
efficace risposta ad una esigenza comune che, è evidente, altri hanno ignorato.
Pertanto, il “facile solutore” dei diffusi problemi di
comunicazione/connessione incarna, potenzialmente, un quasi-monopolista, avendo
per primo soddisfatto un bisogno crescente e trascurato. L’esempio spiega ciò
che segue.
La civiltà contemporanea ha fatto della
quotidiana precarietà la nostra unica tangibile certezza. Con un prevedibile gioco
di parole, siamo sicuri dell’insicurezza personale in ogni interazione sociale,
economica e politica. Per vivere abbiamo bisogno di certezze, merce difficilmente
reperibile ai nostri giorni. Si è quindi creata una condizione di instabilità,
terreno di coltura favorevole all’affermarsi di un “monopolista” politico (di
cui ancora non si intravede la figura, per fortuna), fautore di soluzioni
semplici a problemi complessi, elargitore di “verità” rivelate ed
indiscutibili; evoluzione che la Storia dimostra essere sempre stata la
peggiore nelle crisi del “secolo breve”.
Per Natale mi sarebbe piaciuto trasmettere
ottimismo: affido l’incarico ad altri. Auguri sinceri.
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