Diplomazia
portami via
L’impero americano è all’inizio della sua
parabola discendente. La narrazione storica fornisce esempi numerosi di imperi
collassati per cause di natura sia esogena che endogena, da Erodoto e Tacito in
poi. Con una semplificazione forzata, si potrebbe far coincidere l’avvio di questa
fase con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, e la
quasi contemporanea ascesa della Cina a competitore principale. Scomparso il vecchio
“nemico”, contro cui coalizzare forze interne ed alleate, ed individuato il
prossimo nella Repubblica Popolare, il processo implosivo statunitense ha esordito
quasi in sordina, per manifestarsi di recente con la netta spaccatura
dell’elettorato che ha dato origine a convulsioni mai immaginabili prima, e causato
l’emersione della violenza politica come “mezzo possibile” della scalata al
potere della più grande democrazia occidentale.
Il modello della globalizzazione di matrice
americana, esportato manu militari in tutto il mondo, ha mostrato un
limite invalicabile: l’impossibilità di produrre e consumare all’infinito in un
ecosistema che dispone di risorse limitate. Sono in crisi irreversibile sia il
paradigma consumistico occidentale che la Nazione che ne ha fatto la pietra
angolare del proprio sviluppo. La geopolitica insegna che le gerarchie fra gli
Stati sono determinate dal controllo della distribuzione delle risorse finite
di cui abbiamo accennato. L’America ha condizionato a suo vantaggio queste
relazioni non tanto con fondamenta economiche sane e solide, ma attraverso la
dislocazione globale delle proprie forze armate per dominare i flussi di
materie prime, merci e transazioni finanziarie. Lo scenario mondiale in
evoluzione (Cina, BRICS, Medio Oriente e continente africano) sovverte le
magnifiche sorti e progressive degli Stati Uniti e dell’Occidente suo
alleato, tra cui l’Italia, territorio ospite di oltre 100 basi militari USA,
alcune dotate di testate nucleari, il cui perimetro è off-limits.
La sovranità di uno Stato è certificata, per
definizione, dalla capacità di mantenere il monopolio della forza sul
territorio ma anche dalla libertà di iniziativa nelle relazioni con altri Stati.
L’Italia non possiede né l’una né l’altra, legata militarmente e
diplomaticamente com’è da remoti trattati internazionali che le sono stati imposti
per ragioni che è lungo elencare.
Il destino italiano riposa purtroppo su basi
instabili. USA ed Italia, simul stabant, simul cadent.
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