“Plus valet quod agitur, quam quod simulate concipitur: conta più l’azione che si compie, della cosa che si finge di volere.”
Sono crollati i muri: democrazia vuole che ogni partito abbia contatti e scambi di vedute con tutti gli altri, senza steccati ideologici, al di là delle categorie obsolete di destra e sinistra. Appare ancora più plausibile ed onesta, intellettualmente e politicamente, la ricerca di un minimo comun denominatore: il bene della Città.
Ma quel che accade in questi giorni a Galatina supera ogni immaginazione. Tutti incontrano tutti, nella promiscuità dei tantissimi tavoli pre-elettorali. Alcuni di questi assumono l’aspetto di quei self-service dove ci si riempie il piatto a piacimento prima di allontanarsi per altri deschi più attraenti. Persino quei movimenti che fanno della questione morale il proprio vessillo, stanno associando girovaghi della politica: pare che il nomadismo sia “virtù” unanimemente apprezzata in questa parte del Salento, analogamente che altrove. Purtroppo rileviamo che molti strani personaggi continuano ad essere imposti dall’alto, dalle segreterie partitiche, prevaricando i referenti locali.
La cronaca: avanzano lentamente nella nebbia le sparse truppe del centrodestra, ancora prive della coesione minima e del progetto che consentirebbero di vincere a mani basse; tace il fortino del centrosinistra, forse per riparare la gioiosa macchina da guerra che ha consentito la vittoria del 2006; la sinistra fa autocritica e guarda avanti, per ora in orgogliosa solitudine. Al centro si sta invece formando un’alleanza piuttosto eterogenea ma ben coordinata sin dalle prime mosse, ed è la notizia del momento. Giunge voce infine di una costituenda lista civica di ex esponenti del centrodestra, di cui non sappiamo dire che direzione prenderà.
E’ superfluo affermare che gli elettori guarderanno alla coerenza delle persone, alla linearità del loro cursus, ai programmi e solo per ultimo a simbolo e coalizione.
Dopo tanto vaniloquio, onestà e concretezza sono le chiavi per riaprire il portone di Palazzo Orsini e, cosa ancora più difficile, per riconquistare la fiducia dei Galatinesi.
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