Non farla lunga, scatenati nel bunga bunga
Marx ha scritto che una tragedia storica può spesso replicarsi in farsa: è una delle poche affermazioni del filosofo ipertricotico con cui possiamo concordare. Personalmente, invece, ho trovato a volte più saggezza nelle gag di Groucho, Harpo e Zippo che in alcune pagine del caro vecchio Karl. Chiedo scusa ai cultori del barbuto di Treviri, ma è questione di opinioni e di gusti.
A proposito di gusti: ecco che siamo spinti ad occuparci di nuovo, e con qualche sbadiglio intellettuale, della propensione per le minorenni di un uomo politico alquanto in vista. Il noto Rubycondo ci aveva abituato, è vero, ad una corte variopinta di soubrette elevate agli onori ed oneri di qualche ministero assortito o di incarichi minori. Non si pensi malignamente che le procaci Signore e Signorine siano lì senz’arte né parte. Al contrario, le candidate sono state investite della loro alta missione dopo un esame approfondito, quantunque solo orale, applicando il famoso “metodo Lewinsky” di scuola Clinton, e secondo i severi standard USA. Gli americani, come sappiamo, hanno il culto della professionalità e premiano solo i capaci. Ne consegue che le suddette avranno dimostrato eccellenza nel loro specifico settore, e questo ci conforta assai.
Ma parliamo in definitiva di adulte e consenzienti: invece la novità consiste nell’aver appreso, prima da una lettera della ex moglie a “la Repubblica”, poi dalle rivelazioni dei media, della predilezione del politico in questione per ragazze ad un passo dalla fatidica soglia dei 18 anni. Sentimento paterno? Vogliamo credere di si. Saremmo altrimenti nel campo scabroso delle patologie comportamentali senili: oggetto di studio per psicologi della terza età più che scoop da giornalisti morbosamente curiosi.
E quindi si collochi l’ormai mitico bunga bunga tra le innocue esibizioni tersicoree, volte solo ad allietare le serate d’una annoiata compagnia di ultrasettantenni. Cadrebbe in errore chi volesse paragonare lo spettacolino discinto alle danze delle odalische nell’harem del Sultano, giorni prima della caduta dell’Impero della Sublime Porta.
Né tragedia né farsa, dunque, ma indefettibile coerenza: quella di uno Statista che, nel Paese che sta andando a….omissis, per amor di Patria ci va pure lui.
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