sabato 28 febbraio 2015

Il Galatino anno XLVIII n° 4 del 27 febbraio 2015

Ah, si, no!

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano ad affiggere (manifesti, i loro) ed affliggere (attributi, i nostri).
È un tripudio di locandine, una girandola di tazebao, un crescendo rossiniano di 6x3, fortuna di attacchini e tipografie. Ad essere cattivi, il periodo carnevalesco spiegherebbe tono e contenuti, sicché si potrebbe riportare l'alterco simulato tra opposizione e maggioranza al genere della commedia dell'arte.
Invece un piccolo particolare quasi insignificante tradisce il senso vero di questa scherma danzata da spadaccini di Torrepaduli: la contiguità (involontaria?) tra i manifesti recanti in effigie la “capu de ciucciu” e le pacate, ragionevoli deduzioni e controdeduzioni offerte alla Cittadinanza dalle parti.
Con, quindi, l'esausto lettore di cotanta prosa, spinto ad immedesimarsi – mediante processo subliminale – nell'innocente quanto tartassato equide. Meglio ancora, in quella sua asinina ribellione al disagio fisico e psicologico che si concretizza in poderosi calci sferrati nelle parti molli.


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