Gentile Professore,
ho perso il conto dei gruppi e movimenti galatinesi sorti in questi ultimi tempi. È un crescendo rossiniano, un’apoteosi della frammentazione partitica come mai si era vista prima. Più d’uno celebrerà comodamente riunioni e congressi in una cabina telefonica, magari trovando il modo di respingere mozioni e formare nuove “correnti”, non trovandosi d’accordo con sé stesso. Non stiamo più occupandoci di politica, siamo nel vasto mare periglioso degli sdoppiamenti della personalità. Materia estranea ad Ernesto Galli della Loggia, ma Vittorino Andreoli potrebbe autorevolmente dire la sua.
Intanto incombono le feste. Abbiamo ancora sulla pelle i segni dell’abbronzatura estiva, e già recuperiamo da cantine e ripostigli gli addobbi natalizi. Tre scuole di pensiero in materia: i tradizionalisti cultori del presepe (Pasquino tra questi, of course), i fautori dell’albero, e quelli che trovano spazio in casa e tempo per entrambi, ad abundantiam.
Sovviene l’indimenticabile Eduardo di “Natale in casa Cupiello”, nella scena in cui un padre mostra orgogliosamente al figlio bamboccione il frutto di giorni e giorni di lavoro con carta stellata e grotte di sughero: un ricco presepe con le statuine di cartapesta.
“Te piace ‘o presepe?” chiede speranzoso papà Eduardo. Guardando il presepe politico galatinese, stavolta siamo d’accordo col figlio: “No, nun me piace!”. Anzi, questi pupi ci fanno paura.
ho perso il conto dei gruppi e movimenti galatinesi sorti in questi ultimi tempi. È un crescendo rossiniano, un’apoteosi della frammentazione partitica come mai si era vista prima. Più d’uno celebrerà comodamente riunioni e congressi in una cabina telefonica, magari trovando il modo di respingere mozioni e formare nuove “correnti”, non trovandosi d’accordo con sé stesso. Non stiamo più occupandoci di politica, siamo nel vasto mare periglioso degli sdoppiamenti della personalità. Materia estranea ad Ernesto Galli della Loggia, ma Vittorino Andreoli potrebbe autorevolmente dire la sua.
Intanto incombono le feste. Abbiamo ancora sulla pelle i segni dell’abbronzatura estiva, e già recuperiamo da cantine e ripostigli gli addobbi natalizi. Tre scuole di pensiero in materia: i tradizionalisti cultori del presepe (Pasquino tra questi, of course), i fautori dell’albero, e quelli che trovano spazio in casa e tempo per entrambi, ad abundantiam.
Sovviene l’indimenticabile Eduardo di “Natale in casa Cupiello”, nella scena in cui un padre mostra orgogliosamente al figlio bamboccione il frutto di giorni e giorni di lavoro con carta stellata e grotte di sughero: un ricco presepe con le statuine di cartapesta.
“Te piace ‘o presepe?” chiede speranzoso papà Eduardo. Guardando il presepe politico galatinese, stavolta siamo d’accordo col figlio: “No, nun me piace!”. Anzi, questi pupi ci fanno paura.
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