sabato 16 gennaio 2010

Il Galatino anno XLIII n° 1 del 15 Gennaio 2010

Avrei voluto iniziare l’anno nuovo raccontando qualche notizia positiva, tale da suscitare non dico entusiasmo (che per noi Galatinesi è merce introvabile), ma almeno speranza per il futuro della nostra Città. Invece è bene non nascondere che una parte, quella “vecchia”, della politica galatinese sia da lungo tempo un hortus conclusus, un circolo ristretto frequentato sempre dalle stesse persone, impermeabile al ricambio. Stagnazione che contrasta con la vivacità diffusa della vita culturale e sociale, finalmente ridestata dal torpore ed avviata, si spera, ai fasti che hanno reso invidiata la nostra Galatina. Chiarisco, la rinascita è dovuta ad iniziative di associazioni private e singoli cittadini, senza patronato politico.
Volendo abbozzare un disegno verosimile, non si può negare che il recente congresso del PDL galatinese abbia messo in luce alcuni giovani esponenti che si sono pronunciati coraggiosamente, con un linguaggio politico nuovo, lontano dalla supina ortodossia nei confronti degli organismi partitici superiori. Forse è questa “nouvelle vague” a causare la prevedibile defezione di chi abbia potuto sentirsi non più in sintonia, per approdare verso la famiglia sempre generosa del centro: una migrazione che non viene spiegata con motivazioni convincenti dalla responsabile locale del partito “accogliente”, e che forse crea qualche imbarazzo. Dispiace veder appannare in questo modo il consenso che si stava creando intorno al nome autorevole dell’esponente di punta di quel movimento, persona quanto mai degna, e mortificare chi si adopera per rinnovare la politica.
A me pare che qualcuno non sappia ancora “tastare il polso” dell’opinione pubblica, che rifiuta apertamente operazioni di puro e semplice trasformismo: o non si vede o non si vuole vedere la nausea diffusa, ed agire di conseguenza.
Invece fa ben sperare, in termini di rispetto per i Cittadini, l’accoglienza tiepida riservata ai “figliuoli prodighi” che hanno bussato nuovamente alla porta della casa di “Papi”, tappa finale di un vagabondaggio rivelatosi infruttuoso. Si può essere riaccolti, è stato detto con chiarezza, a patto di rinunciare ai gradi di colonnello e ricominciare la gavetta da soldato semplice. Ci sembra un atteggiamento onesto, da parte dei coordinatori di partito.
Altro dirti non vò”, caro Lettore de “il Galatino”: perché se al centro e a destra la situazione è ancora fluida ed attendista (nel senso letterale dell’attesa di suggerimenti dall’alto), la sinistra locale ripropone in scala ridotta le fratture baresi. Il colpo di genio di smarcarsi dal Vendola “spaccafamiglie” per candidare Boccia, un giovane di valore, avrà ripercussioni positive nel silente PD galatinese? Lo sperano in tanti, per la democrazia interna di quella parte e quindi a beneficio della politica cittadina, che tutti vorremmo “rinnovellata di novella fronda”.
Questa la situazione al momento in cui scrivo, sabato 9 gennaio. Perché sappiamo bene che “la donna è mobile, qual piuma al vento”: ma la politichetta galatinese ancor di più.

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