martedì 26 gennaio 2010

La putìa - 26 Gennaio 2010

Gentile Professore,
dettano legge i cuochi di “cucina molecolare”: scompongono la materia prima, la manipolano sotto azoto e te la scodellano in elegantissime portate. Stai mangiando una spuma rosata, è un’ “idea” di pomodoro. Della familiare solanacea non hai che un vago ricordo ed un sapore dolciastro, indefinibile. Digestione assicurata, istantanea, al momento del conto.
Qui alla Putìa da Pasquino serviamo pezzetti e mieru, piatto plebeo per stomaci robusti. Però la preparazione è accurata e filologica, gli ingredienti di prima scelta, il vino è fatto in casa con uve locali.
Nessuno ha mai visto in faccia il cuoco: garantisce per lui la cameriera Dina, persona affabile ma non invadente. I nostri sparuti avventori sono persone modeste e dignitose, mai volgari. Proprio come i gestori, non amano esibire soldi e cultura, quando ci siano. Non ci interessa il loro conto in banca, ignoriamo se abbiano la laurea in sociologia a Trento oppure no. Ci piace che sappiano usare propriamente le posate e si comportino con l’eleganza un po’ fanée che oggi scarseggia.
Se qualche gentile Signora o Signore non apprezza il locale e la cucina, non ha che da scegliere altrove. La cena è stata offerta dalla casa, gratuitamente.

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