sabato 9 gennaio 2010

Libertà e libertinaggio - 9 Gennaio 2010

La Libertà ci invita alla sua tavola, dove ci è permesso di gustare i suoi cibi saporosi ed i suoi vini deliziosi; ma quando sediamo alla sua mensa, mangiamo voracemente, fino a gonfiarci ed appesantirci.” (Khalil Gibran, La Voce del Maestro)
Le parole dello scrittore libanese scomparso nel 1931 hanno il sapore della profezia. È difficile descrivere più precisamente, e con la stessa concisione poetica, lo stato di ebbrezza di un popolo cui la libertà sia servita in porzioni tanto abbondanti da indurre sazietà e disgusto. C’è un limite oltre il quale vi è solo libertinaggio: degenerazione moderna, specificamente italiana, della libertà.
Il confine ideale lo abbiamo alle spalle. Quello che sia capace di leggere globalmente i fatti al di là della loro evidenza ed unirli in una visione d’insieme, assiste con impotente sgomento al caos progressivo e inarrestabile, allo spregio delle regole della convivenza civile.
Ho domande a cui non so rispondere. Potrebbe essere l’indole mediterranea, più ancora italica, che spinga a privilegiare il proprio diritto anche in danno del prossimo, ad interpretare la libertà come licenza e prevaricazione.
So per certo che “dovere” è concetto desueto a queste latitudini, e “ordine” parola astratta, soggetta ad abominio, indicante non disciplina interiore e spontanea, ma pericoloso autoritarismo. Tutto ci è dovuto, per acquisito ed inalienabile diritto, anche calpestare quello altrui. Osservo che l’Italiano sedicente “libero” è invece servo dei suoi stessi difetti atavici, la furbizia avendo confuso con l’intelligenza; e preferisce la scorciatoia alla via dritta e giusta. Vogliamo tutti precedenza, e siamo tutti fermi nell’ingorgo.
Non so neanche se questo popolo sia il bambino viziato bisognoso di guida forte, ma comincio a pensarlo e mi preoccupo. Il giocattolo-libertà che ha avuto in dono è complicato da usare, e forse il piccolo se ne è stufato.
Non questo, ma un altro “Papi” più rozzo e autoritario, magari travestito da ex-magistrato; oppure un esotico immigrato di stretta osservanza islamica, potrebbe decidere di porre sotto tutela il pargoletto pestifero. Tocchiamo ferro (per non dire altro).

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