domenica 26 dicembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 21 del 24 dicembre 2021

 

Propositi per il nuovo anno

 

   Pronto l’elenco delle cose da fare ed evitare nel 2022. È un rito scaramantico-propiziatorio cui ci affidiamo fiduciosi, sapendo in anticipo che ben poco di quanto programmato sarà messo in pratica.

   Ciò detto, mi piace ricordare un simpatico termine dialettale dalla semantica vasta ed adattabile alle circostanze. Chi non si è mai imbattuto nel polimorfo talorno? Ovvero un oggetto ingombrante, inutile, spesso polveroso in quanto abbandonato in angoli remoti della casa (cantine, oscuri sottoscala, suppinne). Latu sensu, vocabolo adeguato anche a descrivere persone fastidiose e/o sgradevoli.

   Bene, il mio progetto per il 2022 è un repulisti rapido ed elegante di tali figuri, “gli studi leggiadri talorn lasciando, e le sudate carte”. Giacomo Leopardi perdonerà il poetico sfregio.

   Siate in salute e felici.

domenica 12 dicembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 20 del 10 dicembre 2021

 

“Ho udito cose che voi umani”

   Quello dell’operatore telefonico meriterebbe di essere annoverato tra i lavori usuranti. Richiede infinita pazienza, cortesia, disponibilità, inventiva. Prevede doti umane e professionali spazianti dal domatore di felini di grossa taglia allo psicoterapeuta, dal consulente aziendale e tributario al pio confessore. Ma a volte, molto raramente, questa professione bistrattata concede impareggiabili soddisfazioni.

   La bolletta: esoterico, indecifrabile papiro affollato di codici alfanumerici, al cui confronto il manoscritto Voynich appare una poesiola di Natale di terza elementare. Nella prosa del cliente che chiede informazioni, la bolletta, o fattura che dir si voglia, è:

-         emanata (emessa)

-         bimestruale/trimestruale (inviata ogni 2 oppure 3 mesi)

-         dilatata (dilazionata, rateizzata)

   L’operatore che risponde può, a seconda dei casi, diventare effettivamente il signor Vodafone, il signor Enel, il signor Sorgenia, proprietario dell’azienda; ed essere, perciò stesso, personalmente responsabile del mancato invio della fattura, oppure del distacco dell’utenza, o ancora dell’esosità dei costi, del canone RAI, ed infine di ogni virgola e punto-e-virgola della bolletta. Ne consegue che (quasi mai) lodi e (spessissimo) insulti e bestemmie debbano, per contratto, essere ascoltati e metabolizzati con la grazia ed indifferenza del monaco buddista assorto in meditazione, nonostante il fegato dilatato (quello sì, giustamente) e la voglia di rispondere in rime baciate.

   E chest’è”, avrebbe commentato il Bellavista di Luciano De Crescenzo.

venerdì 19 novembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 19 del 19 novembre 2021

 

I maestrini dalla penna rossa

   La dialettica politica è il sale della democrazia, e le critiche al governo cittadino da parte della minoranza sono esercizio di libertà e stimolo al ben amministrare. La schermaglia si inasprisce in campagna elettorale, ma sarebbe corretto applicare all’avversario politico lo stesso metro di giudizio usato per sé stessi. Se una fazione, dopo aver governato per anni e con varie coalizioni, lascia debiti non lievi a chi subentra, prima di emettere sentenze dovrebbe chiedersi: nel risanare un disavanzo ereditato, avrei fatto meglio? Ed allo stesso tempo, avrei assicurato ai cittadini livelli minimi di servizio pur non potendo, causa stato di predissesto, indire concorsi per la copertura di posti vacanti indispensabili al funzionamento della macchina burocratica comunale (urbanistica, polizia, per dire)?  È bene ricordare che pure un accesso ai bandi di finanziamento, che abbia probabilità di essere accolto, necessita di risorse umane esperte. Ed il PNRR è lì a dimostrarcelo.

   Si è ironizzato sulla terza inaugurazione del teatro il cui restauro, iniziato grazie alla lungimiranza di altra amministrazione, con questa però ha visto il completamento dell’ultimo lotto di lavori e la consegna alla fruizione della città; abbiamo ascoltato anche sarcasmi, francamente evitabili, persino sul riconoscimento del marchio registrato per una specialità locale d’eccellenza, sigillo ufficiale di un nostro primato conteso da altre realtà vicine, e sui relativi cartelli stradali. Sono risultati da poco oppure traguardi apprezzabili? Non abbiamo titolo per attribuire onori e stilare classifiche, di certo si è fatto qualcosa – piccolo a grande che sia – di non realizzato prima, quando si avevano a disposizione mezzi finanziari ora mancanti. Ci chiediamo: nel passato la città è stata così spesso all’attenzione dei media nazionali? Ha avuto i flussi turistici destagionalizzati che si accolgono oggi? Questo in tutta onestà dovrebbe domandarsi chi sale in cattedra col ditino alzato a rivendicare a suo merito lavori stradali e pubblica illuminazione.

   Si può fare altro e meglio, certamente. Magari, vecchissimo problema, si potrebbe impostare il progetto della dignitosa sistemazione di viabilità interna ed ingressi in città, in primis ponti o sottopassi per evitare il tracciato ferroviario. Oppure (è concessa ogni personale scaramanzia) proporsi come sede per un sito di cremazione, civilissima pratica oggi impossibile nel leccese, posto che la Provincia sta individuando i centri candidabili. Due suggerimenti tra tanti.

   Sul vezzo di criticare sempre e comunque, diceva un vecchio: “Simu tutti mesci”. Quanta saggità in quelle palore.

sabato 6 novembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 18 del 5 novembre 2021

 

Sulla violenza

   La violenza assume infinite forme. Può essere verbale, in prospettiva dannosa quasi quanto la coercizione fisica, per il modello negativo inculcato nelle menti meno allenate al ragionamento selettivo. Violenza omissiva: a parere di chi scrive come quella impiegata, per dirne una, dallo Stato che dirotta i fondi destinati per legge europea ad una parte del Paese trascurata ab initio ad altra zona, beneficiaria da sempre di maggiori attenzioni (leggasi fondi, capitoli di spesa, stanziamenti, elargizioni).

   C’è la violenza di genere, quella causata da motivi razziali, la violenza politica. È in ogni caso una manifestazione di disadattamento e di incapacità relazionale, di disagio, oltre che, come narrato, di scarsa attitudine alla riflessione ed al confronto dialettico.

   Una cosa è necessario dire con franchezza. Il becero applauso di scherno alla bocciatura di una legge sulle discriminazioni, ma anche il richiamo (si direbbe un riflesso pavloviano) ad ideologie morte e sepolte dalla storia, attribuite strumentalmente agli avversari nel tentativo di esorcizzare, o peggio negare, il valore democratico della voce di milioni di voti, sono la rappresentazione plastica della perdita di autorevolezza che il personale politico manifesta ai cittadini. Di conseguenza non deve meravigliare che uno spirito poco attrezzato, forse inconsapevole della miseria del suo gesto, si sia accanito (maldestramente, a giudicare dai simboli utilizzati) contro la sede locale del sindacato, istituzione più prossima alle classi non garantite. All’azione stessa che definisce e circoscrive il livello del suo autore, non va attribuita eccessiva importanza; ma è indice del decadimento degli esempi che vengono dall’alto.

venerdì 22 ottobre 2021

Il Galatino anno LIV n° 17 del 22 ottobre 2021

 

Zio Paperone e colleghi

   L’uomo più ricco del mondo possiede un patrimonio valutato circa 210 miliardi di euro. Per avere un termine di confronto, il PIL del Portogallo (ovvero il valore dei servizi e prodotti del 2020 di quella nazione) è di poco inferiore.

   Un altro dato: la ricchezza posseduta dai 26 più facoltosi della Terra equivale a quella di 3,8 miliardi di altri esseri umani. La statistica è una scienza arida ma eloquente, non attiene alla filosofia morale però dimostra per tabulas ciò che qualsiasi persona di buon senso può verificare senza sforzo.

   E cioè che il paradigma digitale che governa i giorni nostri, sostituitosi al sistema fordista, ha ottenuto l’effetto contrario a quello desiderato, ovvero l’esplosione della classe degli indigenti a fronte di una ristrettissima minoranza di privilegiati. Ha fallito il progetto postmoderno di benessere generalizzato.

   La classe politica ha le sue colpe, nel momento in cui si è resa prima complice, poi succube della finanza mondiale. Non è un caso che a capo dei governi di alcuni stati anche occidentali vi siano dei tecnocrati di provenienza bancaria.

   Con una parafrasi del famoso detto di Nietzsche, qualcuno dice scherzosamente che Marx è morto. Ma neanche Keynes si sente tanto bene.

sabato 9 ottobre 2021

Il Galatino anno LIV n° 16 8 ottobre 2021

 

Questo giornale è di tutti

   Il mio precedente pezzullo contiene un errore di battitura: l’articolo 21 della Costituzione (libertà di espressione) è diventato articolo 11 (ripudio della guerra), non attinente al discorso. Il senso della frase ne è risultato stravolto. Chi collabora con questo periodico scrive per passione, sottraendo tempo al riposo ed agli impegni quotidiani, spesso di notte come in quest’ultimo caso, nel rispetto dei tempi di stampa; può avvenire che per fretta salti l’ultimo controllo al testo prima di inviarlo in redazione. Chiedo venia della svista ai Lettori.

   L’ errata corrige è l’occasione per ricordare che il nostro quindicinale è un patrimonio della comunità galatinese. In edicola da 54 anni (credo un primato tra i periodici della provincia), è specchio della città, archivio dei mutamenti sociali e politici occorsi in questo mezzo secolo, bacheca pubblica per apprezzamenti e lamentele sul governo locale. Questo ruolo, mi pare svolto egregiamente, è un piccolo contributo alla manutenzione della democrazia che i media nazionali non sembrano avere tra le priorità: come dimostra il rank 2021 del World Press Freedom Index (indice mondiale sulla libertà di stampa) di Reporter Senza Frontiere, che pone l’Italia al 41° posto, lo stesso dello scorso anno. "l'informazione italiana è indebolita da problemi strutturali che colpiscono i cronisti e il mercato del lavoro, dove libertà e autorevolezza sono schiacciate dal peso insopportabile della precarietà". Così il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Ed anche, aggiungiamo noi, dalla soggezione generalizzata dei giornalisti ai poteri finanziari ed economici, oltre che politici.

   Una voce indipendente come il Galatino è una ricchezza di cui essere fieri.


sabato 25 settembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 15 del 24 settembre 2021

 

Cortocircuito mediatico

   Come funziona la propagazione delle notizie false, fake news con anglicismo ormai accettato? I mezzi di diffusione maggiormente utilizzati sono i social network, ovvero le reti sociali virtuali con cui tutti, chi più chi meno, comunichiamo. Il male non attiene al mezzo in sé ma all’uso che se ne può fare. Interagire con un parente od un figlio lontano, ricevere ed inviare notizie ed immagini, “videochiamare” in maniera gratuita ed efficace: sono possibilità inconcepibili solo alcuni anni fa. Concordiamo su questo aspetto positivo della tecnologia.

   È cosa diversa invece inoltrare singolarmente ad altri o rendere pubblica una informazione ricevuta, magari come confidenza, senza prima aver controllato l’affidabilità della fonte. In fondo, potremmo chiamarlo “pettegolezzo 2.0”.

   Un esempio personale. Ricevo via messaggio whatsapp oggi, 21 settembre 2021, la notizia della presunta approvazione in Parlamento di una legge di censura della libertà di espressione, in contrasto palese con l’art. 21 della Costituzione. Notizia ovviamente falsa e datata, come ho potuto verificare. Al messaggio seguono considerazioni sulla “dittatura sanitaria” instaurata mediante il controllo ideologico e morale generalizzato, e l’imposizione del vaccino e del green pass.

   Circa 2500 anni fa, un tale che aveva qualche neurone e qualche ascoltatore in più di chi scrive, un certo Euclide autore di un conosciuto teorema, ha detto: “Ciò che affermiamo senza prova, può esserci negato senza prova”. È una massima che ho fatto mia.

sabato 11 settembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 14 del 10 settembre 2021

 

Poesie murali

(ed altri crimini penalmente perseguibili)

 

   Sul paraurti posteriore di un SUV con targa settentrionale, campeggia un adesivo col simbolo della Lega e la frase “Va pensiero sull’ali d’orate”. Nuova specie ittica con spiccate attitudini al volo, ed il Nabucco verdiano che diventa una ricetta di sushi.

   Si può fare meglio (o peggio, secondo i punti di vista). La pagina Facebook “Amori grammaticalmente scorretti” riporta le frasi che aspiranti Ugo Foscolo ed emule di Alda Merini dedicano agli amati sui muri delle nostre città.

   Qualche esempio, tra i più ispirati. “Se non ci fosti, io ti inventavo”: Einstein dei sentimenti. Più avanti esplode la passione: “Non posso fare almeno di te”. Risponde la pulzella, con delicato lirismo: “Sei la cosa più bella che abbia mai esistito”.

   Poi però il rapporto si incrina: “Vale squsami”. Un tradimento? È probabile, perché lei chiude con “Mi ai sconvolto la vita”. Lapidaria la replica: “Adio pupa, ti o amato”.

   L’alfabeto morse. Passato remoto salentino del verbo morire.

domenica 18 luglio 2021

Il Galatino anno LIV n° 13 del 16 luglio 2021

 

Tenera è la notte. Ma non troppo

 

   Sono le 3.35, notte estiva tra domenica e lunedì. Il luogo è una delle anonime periferie urbane dimenticate da Dio, dagli uomini e dalla forza pubblica. Nell’area verde (?) tra condomini di edilizia popolare, sino a mezz’ora prima, gruppi di giovanotti/e hanno sparato dalle auto a 120 decibel pezzi rap-trap-hardcore hiphop-crunk ed affini, ovvero scarti della sub-sub-sub cultura musicale (??) americana. Concerto accompagnato da opportune evoluzioni automobilistiche modello Fast & Furious, e condito di turpiloquio e bestemmioni di tale perversa immaginazione da far impallidire il più navigato degli scaricatori di porto, mitologiche figure di imprecatori professionisti scomparse dall’immaginario collettivo. All’improvviso, dileguatasi per incanto la squallida mandria di teppisti, regnano pace e riposo per la gente del quartiere: onesti lavoratori che alle 6 del mattino sono in piedi a guadagnarsi il pane, stanchi di aver segnalato più volte lo sconcio a chi di dovere senza ricevere riscontro, e purtroppo rassegnati al perpetuo inquinamento acustico ed ambientale.

   Ma ecco che il ritrovato silenzio di quel che resta della notte è rotto dal campione della scooteristica, che passa e spassa sott’a stu balcone impennando il trabiccolo dalla marmitta sgarrupata più e più volte, come a ribadire il concetto, casomai qualcuno non avesse apprezzato a primo ascolto siffatta espressione di inarrivabile perizia motoristica. Per il piacere auditivo di chi si fosse illuso, anche solo per pochi attimi, di recuperare due ore di requie per recarsi al lavoro in condizioni quasi dignitose. Scoppia in lacrime una moglie esasperata per il sonno interrotto; un neonato nell’appartamento di fianco si sveglia all’improvviso e frigna disperatamente; l’intera popolazione canina del rione, eccitata dal fracasso, dà fondo in perfetta sincronia ad un repertorio di latrati e ululati di rara potenza.

   Ora, ci si chiede chi mai possa essere questo incompreso pilota prodigio, cosa frulli nella giovanile scatola cranica non protetta da casco omologato CE, quale profondo disagio esistenziale spinga cotanta testa di ragazzo alle ardite manovre slalomistiche notturne; ma, soprattutto, se la famiglia del tenero virgulto sia edotta che il pargolo, alle 3.35 di una notte cristiana, sia in giro a torturare le gonadi alla povera gente incolpevole. Invece di riposare nel proprio giaciglio domestico, ivi costretto, volesse il Cielo, da una solenne, sacrosanta, paterna secutata de mazzate.

martedì 29 giugno 2021

Il Galatino anno LIV n° 12 del 25 giugno 2021

 

Chi decide cosa

   La funzione dei sondaggi demoscopici è importante. Per i dirigenti di un partito che vogliano misurare l’apprezzamento per la propria azione da parte dell’elettorato, fidelizzato o conquistabile, le percentuali in più o in meno delle intenzioni di voto hanno un peso. Rilevano se l’indirizzo politico, come una qualsiasi merce sul mercato, soddisfi gli orientamenti popolari oppure si debba correggere, ed in che direzione, verso quali temi. È abituale che sondaggi negativi non siano resi pubblici se non in forma edulcorata, o meglio mascherata, per non innescare un processo automatico e progressivo di disaffezione dell’elettorato e perciò di diminuzione dei consensi, spauracchio per ogni segretario di partito. Al contrario, spostamenti percentuali favorevoli, anche in percentuale minima, vengono sbandierati in prima pagina e con ampi sorrisi di soddisfazione. Questo avviene nella vita normale di una democrazia.

   In tempi eccezionali come questo, non meraviglia che l’attuale Presidente del Consiglio goda del consenso di quasi 7 cittadini su 10, molto al di sopra dei membri del suo stesso esecutivo. Il motivo potrebbe essere nella prassi dell’attuale Premier che usa ascoltare in silenzio le indicazioni delle forze di maggioranza e poi decidere in assoluta autonomia. Rivoluzionando l’abitudine consolidata sinora, secondo la quale ogni Capo di Governo ha dovuto fare sintesi, cioè “accontentare”, tutti i partiti indistintamente, con un rallentamento dell’azione politica che spesso si è tradotto in immobilismo gestionale.

   Può piacere o no ma, per guarire un corpo istituzionale sofferente, questa è una cura senza alternative proponibili al momento. Dovremmo chiederci allora come e perché si è arrivati alla malattia.

 

sabato 5 giugno 2021

Il Galatino anno LIV n° 11 del 4 giugno 2021

 

Una storia “Amara”

   La stagione di “Mani pulite” ha portato a suo tempo alla palingenesi di due dei tre poteri dello Stato, quello legislativo e quello esecutivo. Ciò che ne è seguito è un processo tuttora in corso. Forse tra 50 anni si riuscirà a far piena luce sulle cause esterne della rivoluzione italiana per via giudiziaria: in particolare sugli interessi geopolitici, da ricercarsi al di là delle Alpi e dell’oceano Atlantico, che hanno fatto tabula rasa del sistema dei partiti nato dalla Resistenza. Con quello è parzialmente crollato, e poi finito in mani straniere, anche un intero apparato finanziario ed economico. Risalire alle cause di questo colossale passaggio di proprietà sarà lavoro per qualche storico curioso, che oggi non è ancora nato.

   Ciò detto, non si può non rilevare che il terzo dei poteri, quello giudiziario, ha attraversato indenne le fiamme di “Tangentopoli”, e non poteva essere diversamente, visto che proprio la magistratura ha acceso il fuoco purificatore, attribuendosi il ruolo di unico rianimatore della democrazia moribonda. Si vedrà, anche qui tra un paio di generazioni, quanto sia stato spontaneo quell’incendio e forse, chissà, quali manine straniere abbiano fornito benzina e fiammiferi. Ma non è questo l’argomento di cui vogliamo parlare.

   L’erogazione delle somme del Recovery Fund da parte della Comunità Europea richiede in cambio rapide e radicali riforme della pubblica amministrazione che nessun governo precedente è stato in grado di realizzare, per motivi talmente risaputi che ricordare qui sarebbe tautologico. Queste riforme includono quella della magistratura e dei processi. Sinora la corporazione si è arroccata in maniera tetragona ad ogni progetto di rinnovamento, dall’alto della propria posizione di forza rispetto agli altri due poteri dello Stato. È mia opinione che questa riforma si farà, prevedibilmente senza eccessivi intoppi parlamentari e di governo, proprio nel momento in cui (strana coincidenza) la magistratura viene investita dagli scandali peggiori della vita repubblicana, e privata di quell’aura di incorruttibilità e terzietà che, a torto od a ragione, le è stata quasi sempre attribuita, con una perdita di consenso che parte addirittura dal Consiglio Superiore e, giù per li rami, tocca i più remoti tribunali di provincia. In conseguenza la capacità di interlocuzione col governo ne esce notevolmente depotenziata.

   Sarà di certo un caso fortuito, non si vuole fare dietrologia. Questo però è il Paese dove nulla avviene per caso, dal processo unitario in poi.

sabato 22 maggio 2021

Il Galatino anno LIV n° 10 del 21 maggio 2021

 

Il tritacarne del mercato dei servizi

   Il modello consumistico è la regola della nostra economia, ne siamo condizionati anche se non vorremmo. Per fare un esempio concreto: spesso ci chiediamo per quale motivo le società fornitrici di servizi (gas, luce, telefonia), che con termine inglese chiamano utilities per confonderci le idee e prenderci più facilmente…in giro, dicevo, per quale motivo queste aziende ci subissano di telefonate a tutte le ore del giorno e della notte, offrendoci mirabolanti sconti e vantaggi irrinunciabili? Molto semplice: per queste società la parte più succosa del lavoro è acquisire nuovi clienti, non mantenere o fidelizzare quelli già serviti. Il cliente “vecchio” è un onere da smaltire presto, ha una scadenza, generalmente di un anno, e viene disincentivato a rinnovare il contratto con bollette via via più pesanti e contratti capestro. Allora cambia fornitore o gestore per ottenere condizioni più favorevoli e, inconsapevolmente, diventare “merce fresca” sul mercato, possibilmente da contendere ancora a suon di sconti, vantaggi, regali, ricchi premi e cotillons. Gli unici ad arricchire in questo moto perpetuo sono gli azionisti, il management e non certo il poveretto/la poveretta che vi sta chiamando.

   Ha detto qualcuno: “Se è gratis, la merce sei tu”. Meditate, gente, meditate (cit.)

sabato 8 maggio 2021

Il Galatino anno LIV n° 9 del 7 maggio 2021

 

Partito Unico del Nord

   L’inclusione sociale è (o dovrebbe essere) un diritto di chi vive in una democrazia compiuta. È la possibilità data ad ognuno di inserirsi in armonia nella società, realizzarsi secondo il progetto di vita e le aspirazioni, indipendentemente da eventuali limitazioni personali o di contesto: la mano pubblica interviene (o dovrebbe intervenire) ad annullare gli svantaggi ai blocchi di partenza, perché la “gara” dell’esistenza sia affrontata con pari opportunità.

   Questo in teoria. In pratica, dipende dalla latitudine di nascita. Un esempio fra mille? Posti disponibili negli asili nido ogni 100 bambini: Nord Est 33,6, Centro 33,3, Nord Ovest 29,9, Sud 13,3, Isole 13,8 (dati ISTAT 2018/19). È appena il caso di ricordare che il numero di posti negli asili è un prerequisito della possibilità di lavoro per le mamme. Altro indicatore, spesa pubblica pro capite anno 2018: Puglia € 13.042, Campania € 12.084, più o meno stessi livelli altre regioni meridionali; Valle d’Aosta € 25.492, Lazio € 22.130, Provincia autonoma di Trento € 21.353, Friuli V.G. € 18.329 (dati SVIMEZ, audizione alla Commissione Finanze della Camera del 10 dicembre 2019).

   Quindi nascere a Merano piuttosto che a Leuca, è rilevante ed incide in maniera decisiva ad evitare che la vita si trasformi in un percorso ad ostacoli. Detto questo, l’aiuto che il Recovery Fund europeo destina a questo Paese è finalizzato soprattutto ad annullare il gap socioeconomico tra le regioni, a realizzare dopo troppi anni ciò che altrove è scontato: sanità, scuole, infrastrutture. Al Sud sarebbe destinato il 70% delle somme, calcolo della Comunità Europea basato su PIL (prodotto interno lordo), indici di popolazione e disoccupazione. Il governo Draghi ne stanzia il 40%, sottraendo 60 miliardi di euro spettanti alle regioni meridionali, per dirottarli al Nord. La politica non è una novità assoluta, succede da sempre. Domenica 25 aprile, giorno della Liberazione, 500 sindaci di città del Sud si sono ritrovati a Napoli per denunciare il furto con destrezza. Qualche TG ha dato evidenza ad una notizia certamente non secondaria? Pare di no.

   Un ultimo dato, significativo. Ancora lo SVIMEZ, per bocca del suo direttore Luca Bianchi, afferma che ogni euro investito al Sud genera 1,3 e più euro di ricavi rispetto ad 1,1 investito al Nord. Ergo, sottrarre investimenti al Meridione non solo è contrario allo spirito del Recovery Fund, è anche stupido, per la perdita di economia, posti di lavoro, imposte, a danno dell’intero Paese.

   Ma per l’attuale esecutivo, esattamente come per tutti i precedenti, questo non sembra essere un problema. La presenza di ministri del Sud al governo ha quindi una ragione del tutto decorativa ed accessoria, è captatio benevolentiae dell’elettorato meridionale. Beatamente addormentato oggi più che mai.

sabato 24 aprile 2021

Il Galatino anno LIV n° 8 del 23 aprile 2021

 

Della fatica di capire

   L’indice Perils of Perception, tradotto Pericoli della Percezione, di IPSOS Mori (una società di ricerche di mercato con sede principale a Londra) stabilisce che l’Italia è al primo posto in Europa, ed al 12° al mondo, per livello di ignoranza sulla reale situazione del proprio paese. La ricerca è basata su una serie di domande riguardanti le statistiche comuni dello Stato di appartenenza, domande rivolte ad un campione di persone rappresentativo della popolazione. Se ne ricava che la percezione che hanno i cittadini italiani sarebbe deformata dalla loro incapacità di discernere le fonti dell’informazione.

   Senza addentrarci sulle cause che vedono il nostro Paese nelle posizioni più basse delle classifiche, ma potendo ipotizzare che siano il risultato certificato di una bassa scolarizzazione o di un minore livello qualitativo dell’istruzione rispetto agli altri Paesi europei ed occidentali, possiamo ricavarne alcune osservazioni.

   La prima: vi è scarsa attenzione da parte delle istituzioni alle scienze “dure” o esatte che, sin dai banchi delle primarie, formano i cittadini al pensiero autonomo e razionale, quello che guida a separare il vero dal falso.

   Seconda osservazione, corollario della prima: un cittadino istruito in maniera approssimativa avrà difficoltà ad inquadrare correttamente, ad esempio, la situazione politica del proprio paese ed a scegliere i suoi rappresentanti, privilegiando quelli che adottano un linguaggio basico, riduttivo, dualistico (“buono”-“cattivo”) perché più vicino alla propria sensibilità, anche in presenza di problemi complessi.

   Terza ed ultima osservazione: un paese con un sistema della formazione “tiepido” verso la scienza e la ricerca, non volendo investire nell’innovazione, è destinato a dover importare tecnologia, con la conseguente retrocessione ad un ruolo secondario tra le nazioni e debole economicamente.

   Posto che il potere ha necessità di un popolo poco scolarizzato e manipolabile per perpetuarsi sotto mille bandiere partitiche tutte intercambiabili, l’eccellenza dell’istruzione è la pietra angolare di ogni democrazia.

domenica 11 aprile 2021

Il Galatino anno LIV n° 7 del 9 aprile 2021

 

Vengo anch’io? No, tu no

 

“Si potrebbe andare tutti quanti al Centro Vaccinale

Vengo anch’io? No, tu no

Per vedere se gli anziani hanno la precedenza davvero

E scoprire che passa avanti la “gente speciale”

E vedere di nascosto l’effetto che fa

Vengo anch’io? No, tu no”

 

Fosse vivo, Enzo Jannacci (medico e cantante) avrebbe vinto a Sanremo con merito.

sabato 27 marzo 2021

Il Galatino anno LIV n° 6 del 26 marzo 2021

   Prescrizioni, consigli e raccomandazioni

   In alcuni, per fortuna pochi, l’emergenza pare non aver indotto cambiamenti significativi nei comportamenti col prossimo e nei luoghi pubblici. Forse è il caso di ricordare, alla nostra maniera, le regole del bon ton insieme alle pratiche di prevenzione. 

   È obbligatorio fuori di casa indossare la mascherina coprendo perfettamente la parte inferiore del volto, naso compreso. Ne soffrirà il nostro senso estetico, privato della contemplazione della vostra apollinea bellezza, ma ragioni superiori impongono questo duro sacrificio. 

   La distanza va mantenuta sempre e comunque, anche con il commilitone che non vedete dai tempi del C.A.R. di Casale Monferrato, II° scaglione ’63. Per la vostra e l’altrui salute e sicurezza. 

   Il rispetto della fila alla cassa del market, in farmacia, nello studio medico, è come un comandamento del Decalogo. Non ammette eccezioni, deroghe, permessi ministeriali, benefici cardinalizi, bolle papali. 

   Al supermercato si entra da soli a far provvista, mai in coppia, per non creare assembramento: e fa d’uopo che la signora che delega il marito a cotanta incombenza non lo rimproveri, successivamente, se la merce acquistata dal meschino non è nemmeno lontanamente paragonabile alla meravigliosa spesa di cui lei è artefice insuperata. Sia comprensiva, noi uomini facciamo presto, che non si coniuga con bene

   Ed infine. Siamo tutti stanchi della clausura, è vero, ma questo è il momento di dimostrare, ad esserne capaci, la civiltà e saggezza di un popolo che affronta la tragedia a testa alta

sabato 13 marzo 2021

Il Galatino anno LIV n° 5 del 12 marzo 2021

 

Il cuore è uno Zinga, e va

   Dice il noto cantante di voler trovare “un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha”. Non si può dargli torto.

   Fondato un secolo fa a Livorno, un Partito si prefiggeva di difendere le classi subalterne, favorire l’emancipazione economica e culturale del proletariato e combattere lo sfruttamento dei lavoratori. L’eredità di quegli ideali è andata ad un movimento che in tempi recenti ha cambiato “ragione sociale” più volte, ed ogni volta allontanandosi maggiormente dal suo “oggetto sociale”, fino a rendersi paladino degli appetiti del grande capitale nelle sue multiformi incarnazioni nazionali e sovranazionali. Con altrettanta disinvoltura quel partito ha acclamato e deposto segretari, immolati sull’altare dell’interesse e della carriera di singoli e gruppi di scalatori del potere, tanto famelici quanto mediocri. È atteggiamento elegante e generoso non indagare su cosa rimanga degli ideali originari, diritto invece di chi ha sempre trovato il senso della propria militanza in quell’area politica. Chi non vi si riconosce, osservi in rispettoso silenzio un epilogo comunque traumatico, che priva di voce una parte di elettorato.

   Sarebbe cronaca, ma diventa teatro, commedia dell’arte, nel momento in cui le “Sardine” occupano la sede del partito e un comico sedicente “elevato” (e già fondatore di un movimento stellare in crisi di identità) si propone come segretario. La situazione politica in Italia è grave ma non è seria, avrebbe commentato Flaiano.

lunedì 1 marzo 2021

Il Galatino anno LIV n° 4 del 26 febbraio 2021

 

Festeggiare e prevenire

   Sono piuttosto indifferente ad alcune ricorrenze laiche perché le ritengo consuetudini consumistiche, alle quali ci si può adattare svogliatamente soltanto per inerzia e conformismo. Non l’8 marzo. È mia opinione che l’appuntamento con i rametti di mimosa e le galanterie maschili dovrebbe rinnovarsi e, pur mantenendo l’aspetto ludico e spensierato, riportare l’attenzione (mai inutile in questo ambito) non solo alle troppe violenze, ma anche al riguardo forse eccessivo verso gli autori dei crimini sulle donne, che è oltraggio alle vittime ed ai loro familiari.

   L’8 marzo può diventare l’occasione per ripensare, finalmente ed in maniera compiuta, ad un sistema di prevenzione che possa limitare al massimo la libertà di movimento per i soggetti ritenuti capaci di esercitare violenza.

   Il diritto fondamentale del genere femminile alla sicurezza, dato per acquisito, mostra la sua precarietà nel momento in cui è necessario celebrarlo con una festa.

domenica 14 febbraio 2021

Il Galatino anno LIV n° 3 del 12 febbraio 2021

 

La buona educazione

   È certo che l’autore di queste quattro righe nulla comprenda di strategie comunicative; pertanto, l’improvvisata conferenza stampa rilasciata in piazza di Monte Citorio, davanti ad una selva di microfoni in equilibrio precario su un tavolino da picnic, può ben costituire l’icastica foto ricordo da tramandare a memoria imperitura dei “trionfi politici” del governo casalinian-contiano. Qualcuno troverà in questa immagine il glamour che noi, digiuni di look, image making ed altre amenità contemporanee, non siamo riusciti ad apprezzare: meschini, non abbiamo mai seguito il Grande Fratello, non siamo all’altezza di cotanta cultura. Però, dovendo questa colonia soccombere agli interessi superiori dell’alleanza carolingia Berlino-Parigi, a chi scrive piacerebbe che il triste destino si compisse senza sguaiati tweet e messaggi social, con la riservatezza ed i modi felpati e sorridenti di un furbo banchiere.

giovedì 4 febbraio 2021

Il Galatino anno LIV n° 2 del 29 gennaio 2021

 

“Non restare chiuso qui, pensiero”

   Qualche famoso, ma non abbastanza da non poter essere dimenticato post mortem, anni fa ebbe a dire che entro breve tempo avremmo assistito ad una progressiva restrizione delle libertà. Credo non ci siano dubbi che questo avvenga oggi. Siccome il processo è lento e graduale, non è percepibile se non paragonando la nostra attuale possibilità di movimento e contatto e scambio intellettuale col prossimo rispetto a due, tre anni fa.

   Si dirà che l’emergenza pandemica impone cautele personali e collettive; che è responsabilità individuale proteggere sé stessi e gli altri; che, infine, il bene di tutti è una costruzione in cui il singolo mattone deve incastrarsi ed aderire perfettamente per garantire la stabilità dell’intero edificio.

   Tutto giusto e sacrosanto. Ma, rifletto, in questa colossale clausura viene meno per atrofizzazione, ridotto all’immobilità nell’angusto spazio delle quattro mura domestiche, anche l’esercizio minimo di quel muscolo metafisico che è il discernimento: i cui movimenti sono la voglia di capire, di scegliere e, quando necessario, di dissentire.

domenica 17 gennaio 2021

Il Galatino anno LIV n° 1 del 15 gennaio 2021

 

D.a.d.

   La didattica a distanza avrà effetti apprezzabili tra qualche lustro, quando le generazioni interessate da questa misura saranno parte attiva della società e, si teme, anche in posizioni di rilievo. Mostra i suoi limiti già oggi la formazione telematica, a pochi mesi dalla sua introduzione: maestre ed insegnanti rivestono il ruolo di medium da seduta spiritica. “Ci siete? Se mi ascoltate, date un segno della vostra presenza!”, che non è evocazione delle anime di trapassati, ma implorazione rivolta ad alunni e studenti in carne ed ossa, immersi in occupazioni imprecisate durante le ore di lezione via web. Abbiamo il dubbio che l’acronimo D.a.d., nella mente perversa degli estensori, voglia significare “disastro annunciato definitivo”, in linea col progetto volto a disporre politicamente di una platea di cittadini ed elettori segnati da analfabetismo cognitivo, quindi manipolabile con facilità.

   È plausibile che da una generazione così “istruita”, ed usiamo l’aggettivo in un momento di particolare euforia, possano emergere “personalità” (vedi precedente entusiasmo) tali da esercitare in futuro le funzioni di: Ministro degli Esteri, portavoce del Presidente del Consiglio, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Qualcuno potrebbe obiettare che già adesso la situazione rispecchi quella da noi ipotizzata da qui a qualche anno. Rispettabile opinione.

   Ed ora, “noi avessimo finito”. Come direbbe uno “statista” dalle parti della Farnesina.