Pensieri sparsi di Natale
Anche per queste feste gli addobbi stradali saranno a cura degli
esercenti, come già avviene da anni in maniera sempre più evidente. Siamo ormai
assuefatti a queste festività in tono minore e non facciamo caso al declino
progressivo, inarrestabile, del fasto natalizio. Le amministrazioni non possono
destinare che somme poco più che simboliche alle parazioni, per usare il termine popolare in uso tra noi Salentini.
Va così, s’impone adeguarsi al clima economico ed indirizzare soldi pubblici
verso altre e più nobili cause. Esempio fra i tanti? Il nuovo aereo del nostro
adorato Presidente del Consiglio (sia gloria a Lui in ogni tg ed ogni pagina di
giornale), uno di quei casi umani in cui lo splendore di ciò che si mostra
vorrebbe mascherare l’inconsistenza di quel che si è.
Qualche
preside sovversivo, con sommo sprezzo del pericolo, continua a pretendere
l’allestimento dell’albero di Natale e del Presepe nell’atrio della scuola.
L’esecrando gesto è additato alla disapprovazione generale: non sia mai che una
moderna civiltà europea e laica che voglia definirsi tale offenda con
anacronistiche tradizioni la sensibilità delle minoranze.
In
altri Stati, in cui la gestione della cosa pubblica è demandata a persone che
difendono strenuamente la cultura nazionale (non religiosa tout court, si badi
bene), e non invece come qui dove eunuchi - intellettualmente parlando -
stabiliscono la correttezza o meno della convivenza civile; in quelle Nazioni,
dicevo, gli ospiti sono rispettati ma rispettano la società ospitante, che li
accoglie con generosità e larghezza di mezzi economici. Da noi il cupio dissolvi è legge.