Aspettando godrò
Uno dei pochi attributi positivi
dell’invecchiare – ma non è detto che ogni persona avanti con gli anni ne sia dotata
– è quello della sintesi, la facoltà quasi sovrannaturale di prevedere l’esito
di più avvenimenti in apparenza slegati tra loro da una sequenza logica. Non è precognizione
ma semplice esperienza acquisita col tempo. Più rara è l’attitudine innata di quello
che, avendo ben chiaro il disegno del mosaico, sia poi in grado d’indicarlo a
chi invece riesce con fatica ad individuarne una sola singola tessera. Rem tene, verba sequentur: proposito
lontano anche per chi scrive queste righe. Chiedo venia per questa mia
incapacità di comunicare con chiarezza.
Molti anni fa Gianni Agnelli,
uomo che ha goduto di immeritata venerazione grazie alla piaggeria stucchevole del
giornalismo italiano, prono allora come oggi ai “potenti”, tali senza merito
personale, affermava che i tempi futuri – quelli che vediamo – avrebbero visto
il progressivo restringersi delle libertà individuali, in favore di un non
meglio definito “nuovo ordine mondiale”. Laddove “ordine” debba intendersi
anche e soprattutto “mercato”.
Che questo superiore obiettivo
sia stato deciso non dalla espressione della volontà popolare, ma da un esiguo
numero di gruppi economici privati supernazionali ed autoreferenziali uniti da
interessi fortissimi, è affermazione tanto palese da non meritare prove a
suffragio per non scadere nella tautologia. Mi pare che ognuno di noi sia consapevole
di essere governato da persone non scelte con esercizio di democrazia, in
misura più evidente via via che si salga nella piramide istituzionale. Mi sento
distante dal presidente della mia provincia – che non ho potuto eleggere
direttamente – quasi quanto da quello di un ente finanziario privato (è bene
ricordarlo) quale la BCE che ha abbattuto ed imposto gli ultimi governi di questa sedicente repubblica, primo
esempio al mondo di un popolo esautorato nella sua sovranità da una banca. Detto
in parole semplici: il cittadino non conta più nulla. Concetto che è l’esatto
contrario di quell’ideale di società partorito dall’umanesimo rinascimentale,
ben rappresentato in arte dal leonardesco “Uomo vitruviano”.
Consola la certezza che vi è
sempre un aspetto positivo in ogni cambiamento epocale, maggiormente in quello
che stiamo vivendo. E questo è, a mio avviso, nella disintegrazione progressiva
ed inarrestabile dell’unità artificiosa che tiene insieme nazioni diverse per
storia e cultura, unione in cui una parte soccombe da un secolo e mezzo in
favore dell’altra. “Aspettando godrò” che il processo sia compiuto, perché poi si
possa ricostruire il nostro Stato Meridionale ab imis fundamentis.